|
|
Partire partirò, partir bisogna, cacciando in fondo al cuore la vergogna
di appartenere a un gregge muto e vile che non sa dir di no ad un fucile. Partire partirò e un cappellano, con un sorriso mesto nella mano, mi porgerà un'immagine e un addio nel nome intemerato del buon Dio. .......................................................................................................... Lo squillo sgangherato di una tromba ed il fragore della prima bomba, per quanto possan essere potenti, non copriranno il batter dei miei denti. E all'ordine imperioso dell'attacco, indietro resterò da buon vigliacco e sconterò alfine la mia pena, crepando con sei palle nella schiena. .......................................................................................................... Andrò a ingrossare la nutrita schiera di quelli che, aggrappati a una bandiera, son morti bestemmiando di paura, ad occhi chiusi in una notte scura. Diranno che ero un ottimo soldato, diranno ch'ero il più disciplinato, e forse manderanno un telegramma di condoglianze alla mia cara mamma. .......................................................................................................... La gente del mio piccolo paese concorrerà orgogliosa a quelle spese, che serviranno un giorno a immortalare il nome mio nel marmo di un altare. E forse mi faranno un monumento che sfiderà la collera del vento. Il busto eretto, i pugni sul fucile, lo sguardo fiero volto al campanile. .......................................................................................................... Si indignerà lo spirito immortale di chi donò la vita a un ideale. Per contro, mille figlie di Maria mi crederanno santo e così sia. Io pregherò soltanto che il sorriso di un bimbo non si posi sul mio viso, il marmo può arrossire di vergogna. Partire partirò, partir bisogna. |
|